giovedì 17 luglio 2025

Mille splendidi soli di Khaled Hosseini

Titolo del libro: Mille splendidi soli 
Autore: Khaled Hosseini
Anno: 2007
Prima pubblicazione: Piemme 

NELLA RECENSIONE SONO PRESENTI SPOILER.

TRAMA Nate a distanza di una generazione e con idee molto diverse, Mariam e Laila sono due donne che la guerra e la morte hanno costretto a condividere un destino comune. Mentre affrontano i pericoli che le circondano - sia nella loro casa che per le strade di Kabul - Mariam e Laila danno vita a un rapporto che le rende sorelle e che alla fine cancellerà il corso delle loro vite e di quelle dei loro discendenti.

Recensione

"Mille splendidi soli" è un romanzo scritto da un uomo afghano, per le donne afghane.

Raccontando la storia di Mariam, Khaled Hosseini racconta della storia di molte donne del medio oriente: sconosciute all'amore, anche genitoriale, costrette a passare da un "uomo-padrone" all'altro, violentate e picchiate, nascoste sotto un burqua la cui graticola consente loro di vedere a malapena dove mettono i piedi. La storia di Mariam è la storia di milioni di donne afghane che in lei possono riconoscersi ed immedesimarsi: dalla culla alla tomba, la sua esistenza è una via crucis di sofferenze ed amarezze, eppure a spiccare è il suo coraggio e la sua dignità nel tenere la testa alta e consegnarsi anche alla morte senza proferire un lamento, "obbedendo - scrive Hosseini - per l'ultima volta (alla volontà dell'uomo)".

La storia di Mariam inizia nella kolba, una casupola di pietra isolata dal mondo, in compagnia della madre Nana, sgradevole nell'aspetto come arida nei sentimenti per la figlia, che chiama "harami", bastarda. Nana è una donna che è stata bandita dalla famiglia e dalla società per aver avuto un rapporto sessuale con Jalil, il suo padrone, fuori dal matrimonio - rapporto da cui ha avuto i natali Mariam - e che nonostante questo ha mantenuto un'indomita fierezza.

"Così come l'ago della bussola segna sempre il nord", istruisce la figlia, "il dito accusatore dell'uomo trova sempre una donna a cui dare la colpa."

L'infanzia di Mariam passa in un melanconico grigiore che considera "normalità", fra la solitudine, le visite del vecchio Mullah Faizullah che le insegna il Corano e le visite saltuarie del padre Jalil, che Mariam adora ma che mantiene nei suoi confronti atteggiamenti contrastanti: da un lato la considera il suo "piccolo fiore", dall'altro le impedisce di entrare in contatto con il suo mondo. 

Quando Mariam compie tredici anni, riesce a strappargli la promessa di portarla nel suo cinema personale e privato, perché desiderosa di assistere alla pellicola animata di Pinocchio assieme ai suoi fratellastri. Ma Jalil non si presenta e Mariam parte a piedi dalla kolba per andarlo a cercare.

Per una notte resta lì ad aspettarlo davanti alla porta di casa sua (lui si rifiuta di farla entrare); successivamente accetta malcontenta d'essere riportata indietro alla kolba dal suo autista.

Lì avviene per la giovane Mariam una cesura - terribile - fra la vita di prima e quella - non meno drammatica - che le spetterà in seguito: il ritrovamento della madre, Nana, impiccata ad un albero.

In seguito, accolta inizialmente (e transitoriamente) in casa di Jalil, verrà data ("venduta") in sposa a Rashid, commerciante di scarpe di Kabul. 

Mariam tenta più volte di avere figli con lui, ma ha continui aborti. Questo enfatizza il malumore dell'uomo, che più volte riversa la sua violenza fisica (oltre che verbale e psicologica) su di lei. Prigioniera di un matrimonio da cui non può fuggire, Mariam si rassegna a quella vita piena di dolore, diventando, nel tempo, sempre più dura - nei lineamenti del volto come nell'animo.

Tredici anni dopo la vita di Laila, una quattordicenne di Kabul vicina di casa di Mariam e Rashid, e del suo amico Tariq, scorrono grossomodo tranquille. Fra i due ragazzi sboccia l'amore, ma proprio quando potrebbero iniziare una vita insieme, una tragedia colpisce la famiglia di Laila: un ordigno esplosivo stermina madre, padre e fratelli di Laila, che, come se non bastasse, viene avvisata in seguito anche della morte di Tariq, precedentemente partito per un'altra città.

L'interesse di Rashid si sofferma su Laila, ora sola al mondo, oltre che giovane e bella; Laila acconsente presto al matrimonio, credendo di non avere scelta. Comincia così la sua convivenza, all'inizio forzata, con Mariam. Con il tempo le due donne incarnano vicendevolmente un rapporto madre-figlia, affrontando insieme la  vita casalinga con il marito comune in una Kabul stretta dalla morsa dei talebani...

Lo stile del romanzo è semplice e diretto, a tratti ironico e sarcastico nelle descrizioni dei fatti o dei personaggi (uno dei frequenti bersagli dell'ironia dell'autore è la depressa madre di Laila). Nel complesso riesce nell'intento di catturare l'attenzione del lettore e legarlo alla lettura fino all'ultima pagina. Le vicende raccontate sono realistiche nella loro durezza, e raccontate con uno stile coerentemente non sentimentale, sebbene l'autore dimostri una particolare sensibilità e maestria nel dipingere il quadro psicologico dei suoi personaggi. 

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Voto personale: 6/10 

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