mercoledì 5 novembre 2025

Fame d'amore, di Fabiola de Clercq

Titolo: Fame d'amore - donne oltre l'anoressia e la bulimia
Autrice: Fabiola de Clercq
Anno: 2002
Prima pubblicazione: Rizzoli BUR

DESCRIZIONE - L'anoressia e la bulimia rappresentano il disagio psicologico più diffuso fra le donne di questi decenni. Questo libro, rivolto alle persone che soffrono di disordini alimentari, a quelle che le circondano e a coloro che sono impegnati nella terapia, non intende essere un manuale che offre risposte preconfezionate, ma piuttosto di uno strumento aggiornato, capace di addentrarsi nelle ragioni ultime della malattia perché nato dall'esperienza diretta dell'autrice, a lungo anoressica e bulimica lei stessa, e dal quotidiano contatto con migliaia di ragazze sofferenti.

Recensione

Dopo il successo di "Tutto il pane del mondo", saggio autobiografico sulla propria esperienza di anoressica prima, e di psichiatra specializzata in DCA in seguito, Fabiola de Clercq scrisse nel 2002 un altro saggio del medesimo argomento (essendo direttrice dell'ABA - Centro italiano d'eccellenza sui DCA, disturbi del comportamento alimentare), sospinta dalle tante richieste di supporto che le arrivarono da donne di tutta Italia. "Vivo il suo stesso dramma; posso capirla".

Fabiola organizza così inizialmente degli "incontri di gruppo" in una stanza studiata appositamente, anche nel design, per l'accoglienza delle persone vittime di anoressia e bulimia: muri bianchi a simboleggiare un ambiente "neutro, non minaccioso", un tappeto di bambù al centro del cerchio di sedie come una sorta di "rete" a sorreggere chi "cade" metaforicamente durante lo scambio di esperienze personali, spesso delicate e dolorose.

Ma - sottolinea Fabiola - una anoressico/bulimica in realtà è sempre restia, almeno in prima battuta, a parlare d'altro che non sia cibo, calorie, modi per espellere o nascondere il cibo; è per questo che, quando l'anoressica/bulimica in seduta individuale (nei casi più delicati è consigliata la seduta individuale, nda) attacca con quella che la De Clercq stessa definisce "litania" (del peso, delle calorie, del cibo, del vomito, ecc.), strategicamente l'analista guarda l'orologio, rovista fra i cassetti alla ricerca di "qualcosa", sbadiglia, si mostra annoiata, disinteressata.

Occorre che la persona malata sappia di essere altro dal suo sintomo - poiché, analizzando l'anoressia e la bulimia anche da un punto di vista sociologico, la De Clercq arriva a sostenere che non si tratti a un certo punto solo di una "stampella" (come l'alcool, come le droghe) per andare avanti sopportando un dolore insopportabile, ma parte stessa dell'identità dell'individuo.

"Cosa sono io senza l'anoressia? Cosa resta di me senza la bulimia? L'oblio. Il vuoto."

Un'anoressica/bulimica non è in genere un'istrionica che ami raccontarsi, scavare nel profondo. Un'anoressica/bulimica non vive al di là del "sintomo". C'è vita al di là del "sintomo"? Sì, e fondazioni come l'ABA sono qui per dimostrarlo a tutte le donne (o gli uomini) che ne necessitino.

Fabiola De Clercq (repetita iuvant) è stata, in prima persona, un'anoressica/bulimica, prima di diventare "colei che cura" le anoressiche e le bulimiche, quindi: chi meglio di lei sa esattamente di cosa si tratta? Chi meglio di lei può prestare servizio alla causa? 

Come avvenne con Marsha Linehan (inizialmente malata di DBP) e la DBT (Terapia dialettico comportamentale, studiata accuratamente per la cura del DBP), spesso è chi l'Inferno l'ha vissuto sulla propria pelle ad essere più capace di - e destinato con più successo a - tirare fuori dall'Inferno chi ci vive.

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Voto personale: 7/10

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